E’ indubbio che a tutt’oggi sia necessario per l’opinione pubblica migliorare la qualità e la quantità delle informazioni che riguardano l’ambito della psichiatria e della psicologia clinica.
La divulgazione risulta utile anche tra tutti coloro che a vario titolo operano nella sanità, in un mondo in continuo progresso delle conoscenze dove è comunque sempre troppo scarso il tempo disponibile per l’aggiornamento dei professionisti, sotto la pressione di velocizzazione e accelerazione dei ritmi di vita e di elaborazione delle informazioni.
Una comunicazione nell’ambito della salute mentale appropriata e aggiornata aiuta il pubblico a modificare atteggiamenti pregiudiziali e ad avere comportamenti orientati alla prevenzione e alla tempestività delle richieste di intervento quando necessario,
può agevolare l’attività professionale dei medici per il proprio aggiornamento, per le scelte di indirizzo e di contatti con i colleghi specialisti.
Strumenti di divulgazione per il pubblico come i libri (casi clinici raccontati in modo da favorire il processo di riconoscimento e/o identificazione, piuttosto che la presentazione di ambiti clinici di rilevanza sul piano epidemiologico) o per i professionisti resoconti di convegni e/o congressi, sono strumenti, se non completamente sorpassati, certamente non i più fruibili al giorno d’oggi.
Negli ultimi vent’anni la rivoluzione avviata da internet ha ovviamente coinvolto anche il mondo della comunicazione sanitaria, offrendo nuovi strumenti e nuovi canali di informazione. Nello spazio di “libertà” generato da internet, sono diversi e molteplici i pericoli più o meno nascosti: dalla informazione falsa alla distorsione per eccesso di semplificazione di alcune informazioni reali.
Il titolo di una news che cattura l’attenzione di un clic e un contenuto approssimativo che è in ultima analisi fonte di disinformazione. Messaggi promozionali che celano, nemmeno poi tanto in maniera occulta obiettivi di natura economica.
Tutto questo ed altro (la pretesa di usare internet per un “fai da te” improprio, devono rendere consapevoli i “navigatori” di internet che, quando si tratta di temi di salute mentale la prudenza non è mai troppa e che acquisire in prima persona informazioni sanitarie è uno strumento utile a migliorare non solo la propria cultura personale, ma fondamentale alla comunicazione con i professionisti della salute che in nessun caso dovrebbero essere bypassati.