x+Siamo nel “bel” mezzo della seconda ondata di infezioni da COVID 19 e si sente dire di tutto, da tutti: autorevoli docenti universitari, giornalisti, influencers e penne infaticabili di commenti ed espressioni della propria personale opinione sui social. Vale la pena ricordare che per ciascuno, scienziato/a o uomo/donna della strada le opinioni e le credenze sono frutto dell’impatto delle notizie sulle caratteristiche della personalità di ciascuno (è notizia il vicino di casa che è riemerso da un mese in terapia intensiva come fosse sfuggito ad un dantesco giro infernale o la ridda di numeri che i TG sparano a raffica quotidianamente) .
Ci sono quelli che tendono a far prevalere nelle scelte di vita ( e quella del vaccino lo è) strategie di “evitamento”, altri strategie di “esplorazione” altri di “controllo” . La comunicazione non è mai asettica, sarebbe una pessima illusione crederlo. Quindi come dare torto a chi chiede un sussidio di dati per orientare una scelta così importante per la salute e per l’economia? Certo l’abilità di coloro che si trovano a gestire il tema della salute e dell’economia, non come istanze intrinsecamente contrastanti ma come esigenze da mantenere in dialettico equilibrio è ancora tutta da verificare…